Sabato c'erano 21 kayak in acqua, domenica solo 10, al tradizionale raduno dell'alto Lario per i giorni della Merla, i più freddi dell'anno. In teoria, almeno, secondo leggendarie tradizioni popolari oramai cancellate dagli stravolgimenti climatici... si, perchè il vento caldo da nord, il famigerato Poehn, non solo ha innalzato le temperature sino a 18 gradi centigradi ma ha anche imbiancato il lago di onde alte, veloci e ravvicinate!
Il rientro nel primo pomeriggio da Gravedona a Piona è stato ,quindi, funestato da condizioni meteorologiche imprevedibili, che han reso la traversata alquanto impegnativa, specie per i partecipanti meno esperti e meno allenati!
Ci saremmo potuti divertire un bel pò, a cavalcare quelle onde nebulizzate dal vento, a contrastare quelle raffiche che correvano ad oltre 30 nodi, a risalire quel lago nervoso e spumeggiante..... ma non c'era spazio per il divertimento: appena Luciano ha "chiamato" tutti a raccolta per traversare, è cominciata la diaspora!
Due pagaiatori più esperti con pochi colpi erano già in centro lago, oramai troppo distanti per capire cosa stava succedendo alle loro spalle; un pagaiatore dolorante, invece, ha preferito rinunciare ed è stato aiutato da Luciano a sbarcare per attendere a terra un recupero con le auto; un pagaiatore più lento degli altri ha subito perso il contatto visivo col resto del gruppo; il pagaiatore più anziano, invece, ha preso a scarrocciare in maniera talmente vistosa da richiamare immediatamente l'attenzione di Mauro che, pur raggiungendolo, non ha potuto far altro che "scortarlo" sino a riva, ma sul versante "sbagliato" del lago... lì sono rimasti ad attendere i "soccorsi" via terra, costretti nel bar dell'oratorio a consumare un tè caldo per sopportare due lunghe ore di attesa... immaginate la furia repressa del povero Mauro!
Con una punta di malcelato orgoglio vi confermo, invece, che le due donne del gruppo hanno compiuto le traversata, seppur al traino, percorrendo la breve distanza di 2 km in poco più di 2 ore: una velocità di crociera davvero invidiabile, no? Daria, alla sua prima esperienza in lago, si è comportata egregiamente, e tutte e due siamo state sempre "scortate" dal prode Marco, esperto fluviale che ha dimostrato a tutti come la tecnica affinata in acqua bianca possa trarre d'impaccio quando il lago si in...crespa!!!
Quando siamo sbarcati a Piona, è stato facile contare i "dispersi" e capire che le "perdite" ammontavano a ben più del 20% consentito ed accettabile, che Mauro, scherzando, indica come limite invalicabile... su 10 ne mancavano 4 all'appello!
Ciliegina sulla torta: Luciano, dopo avere scortato a terra il pagaiatore dolorante, ha ripreso in solitaria la traversata, ma in centro lago è stato raggiunto, affiancato e recuperato dalla pilotina dei Vigili del Fuoco, costretto così sulla barca a motore a sopportare vento ed onde ancora più violente...
Nessuno è andato a bagno, nessuno si è realmente "perduto", nessuno ha avuto (troppa) paura... forse anche grazie alla preparazione acquisita, alla sicurezza adottata e alla solidarietà dimostrata, che in questi casi costituiscono "dotazioni" indispensabili per la navigazione in sicurezza!
Certo, il lago così gonfio non lo avevo ancora mai visto... e per la prima volta in vita mia, ho eseguito un magistrale appoggio... nel vento! completamente sbilanciata di lato per non farmi capovolgere, la raffica violenta e prolungata che sferzava il kayak, la pagaia che cercava l'appoggio neanche arrivava a toccare l'acqua, il vento da solo bastava a sostenermi, incredibile!
Emozionante... l'intera giornata è stata emozionante, ed indimenticabile!
Spero, però, irripetibile!
Il rientro nel primo pomeriggio da Gravedona a Piona è stato ,quindi, funestato da condizioni meteorologiche imprevedibili, che han reso la traversata alquanto impegnativa, specie per i partecipanti meno esperti e meno allenati!
Ci saremmo potuti divertire un bel pò, a cavalcare quelle onde nebulizzate dal vento, a contrastare quelle raffiche che correvano ad oltre 30 nodi, a risalire quel lago nervoso e spumeggiante..... ma non c'era spazio per il divertimento: appena Luciano ha "chiamato" tutti a raccolta per traversare, è cominciata la diaspora!
Due pagaiatori più esperti con pochi colpi erano già in centro lago, oramai troppo distanti per capire cosa stava succedendo alle loro spalle; un pagaiatore dolorante, invece, ha preferito rinunciare ed è stato aiutato da Luciano a sbarcare per attendere a terra un recupero con le auto; un pagaiatore più lento degli altri ha subito perso il contatto visivo col resto del gruppo; il pagaiatore più anziano, invece, ha preso a scarrocciare in maniera talmente vistosa da richiamare immediatamente l'attenzione di Mauro che, pur raggiungendolo, non ha potuto far altro che "scortarlo" sino a riva, ma sul versante "sbagliato" del lago... lì sono rimasti ad attendere i "soccorsi" via terra, costretti nel bar dell'oratorio a consumare un tè caldo per sopportare due lunghe ore di attesa... immaginate la furia repressa del povero Mauro!
Con una punta di malcelato orgoglio vi confermo, invece, che le due donne del gruppo hanno compiuto le traversata, seppur al traino, percorrendo la breve distanza di 2 km in poco più di 2 ore: una velocità di crociera davvero invidiabile, no? Daria, alla sua prima esperienza in lago, si è comportata egregiamente, e tutte e due siamo state sempre "scortate" dal prode Marco, esperto fluviale che ha dimostrato a tutti come la tecnica affinata in acqua bianca possa trarre d'impaccio quando il lago si in...crespa!!!
Quando siamo sbarcati a Piona, è stato facile contare i "dispersi" e capire che le "perdite" ammontavano a ben più del 20% consentito ed accettabile, che Mauro, scherzando, indica come limite invalicabile... su 10 ne mancavano 4 all'appello!
Ciliegina sulla torta: Luciano, dopo avere scortato a terra il pagaiatore dolorante, ha ripreso in solitaria la traversata, ma in centro lago è stato raggiunto, affiancato e recuperato dalla pilotina dei Vigili del Fuoco, costretto così sulla barca a motore a sopportare vento ed onde ancora più violente...
Nessuno è andato a bagno, nessuno si è realmente "perduto", nessuno ha avuto (troppa) paura... forse anche grazie alla preparazione acquisita, alla sicurezza adottata e alla solidarietà dimostrata, che in questi casi costituiscono "dotazioni" indispensabili per la navigazione in sicurezza!
Certo, il lago così gonfio non lo avevo ancora mai visto... e per la prima volta in vita mia, ho eseguito un magistrale appoggio... nel vento! completamente sbilanciata di lato per non farmi capovolgere, la raffica violenta e prolungata che sferzava il kayak, la pagaia che cercava l'appoggio neanche arrivava a toccare l'acqua, il vento da solo bastava a sostenermi, incredibile!
Emozionante... l'intera giornata è stata emozionante, ed indimenticabile!
Spero, però, irripetibile!
1 commento:
Bella la tua descrizione, rende bene l'idea dello scompiglio che crea il vento!
Avevo vissuto qualcosa di simile (anch'io accompagnato da pagaiatori di white water) e fatto un piccolo post... più sotto ho messo il link!
Un saluto a tutti gli amici kayaker e non.
http://alexdemels.blogspot.com/2008/01/vento.html
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